Il violino modello Amati con cui ho vinto il 1° Premio al concorso di liuteria “G. B. Guadagnini” ha alcune caratteristiche non convenzionali di cui forse non si sono accorti nemmeno i giudici!
Oltre ad essere completamente privo di ebano e sostenibile (tastiera e capotasti sono realizzati in Blackwood Tek), ha un fondo di taglio tangenziale (non del tutto comune nei concorsi di liuteria a causa della sua reputazione di avere un suono “debole”), dei piccoli piombini incollati sotto il tastiera e cordiera per ottenere un perfetto Mode Match e presenta quella che Deena Spear chiama un’anima “stile Peresson“, ovvero un’anima con i bordi arrotondati. Mi sono imbattuto per la prima volta in questo tipo di anima leggendo il libro di Chuck Traeger “The Setup and Repair of the Double Bass for Optimum Sound”. Nel suo libro Traeger descrive la sua esperienza con uno strumento su cui stava lavorando. Lo strumento suonava bene con l’anima inserita male ma con quella nuova, posizionata correttamente perdeva gran parte del suono. Ha appreso il principio acustico alla base di questo fenomeno in una conversazione con Carleen Hutchins e così ha avuto l’idea di arrotondare i bordi per ridurre l’area di appoggio dell’anima.
La maggior parte dei liutai è addestrata a tagliare le superfici di contatto dell’anima in modo piatto con spigoli vivi, ma questo spesso non fornisce i migliori risultati acustici. Inoltre, gli spigoli vivi potrebbero danneggiare le superfici interne dello strumento quando l’anima viene spostata durante l’installazione. L’idea di arrotondare i bordi non è nuova. La menzione più antica l’ho trovata nel libro “Geigenbau in neuer Sicht” di Hans Johann Roedig del 1962. Deena Spear ne parla nel suo libro “The Ears of the Angels” dove ci racconta dei suoi anni di lavoro con il compianto Sergio Peresson e il già menzionato Chuck Traeger nel suo libro sui contrabbassi.
La ragione acustica per arrotondare i bordi dell’anima è la seguente: probabilmente avete visto alcune immagini dei modi di vibrazione negli strumenti a corda o almeno avete familiarità con le figure di Chladni. Ciò che mostrano queste figure sono aree in movimento separate da linee nodali. Questi modi di vibrazione variano con la frequenza e maggiore è la frequenza, più piccole diventano le aree vibranti. A frequenze intorno e oltre i 5000Hz avranno un’estensione di soli pochi centimetri. Con l’introduzione dell’anima nel corpo del violino creiamo una linea nodale forzata. Mentre accoppiamo saldamente tavola e fondo dello strumento, creiamo a questo punto un sistema con una grande massa di inerzia in modo che le vibrazioni delle alte frequenze possano verificarsi solo attorno a questo fulcro.
Ora immaginate cosa succede alle superfici a contatto dell’anima. Mentre le grandi superfici di appoggio dell’anima bloccheranno molti micromovimenti della tavola del violino, le superfici più piccole dell’anima stile Peresson la lasceranno più libera di trasmettere gli armonici più acuti.
Nel realizzare un’anima in stile Peresson bisogna solo fare attenzione ad alcune cose. Dovrete prima montarla nel modo tradizionale e arrotondare i bordi solo dopo aver ottenuto una perfetta aderenza e fare attenzione a non ridurre troppo le superfici di appoggio. Prima di inserire definitivamente l’anima è consigliabile aggiungere del gesso sulle superfici a contatto per compensare il ridotto attrito.
È qualcosa che potrebbe aiutare con strumenti che mancano di brillantezza, ma mi piace semplicemente il suo effetto sul suono! Quindi lo faccio su quasi tutti i miei strumenti.